Perchè questo nome:

Credo che la verità vada urlata contro ogni indifferenza mediatica e delle coscienze. Perciò questo è uno spazio di controinformazione su tutto ciò che riguarda le lotte sociali. Questo blog è antisionista perchè antifascista. Informatevi per comprendere realmente e per resistere.

Donatella Quattrone


venerdì 6 settembre 2013

Monaco 1972, a 41 anni dal massacro degli atleti israeliani






Il 5 settembre di 41 anni fa, alle 4 del mattino, un commando terroristico palestinese (chiamato "Settembre Nero") fece irruzione nelle camerate degli atleti israeliani partecipanti alle Olimpiadi estive di Monaco; l’intenzione era quella di sequestrarli per ottenere la liberazione di detenuti palestinesi dalle carceri israeliane.
“Settembre Nero” era un gruppo terroristico laico-socialista, fondato nel 1970 da fedayn palestinesi. Il nome fu scelto a seguito degli avvenimenti del 16 settembre 1970, quando re Hussein di Giordania diede luogo ad una violenta repressione contro gruppi armati palestinesi ritenuti responsabili di destabilizzare lo Stato.
Yossef Gutfreund, uno degli atleti della squadra dei pesi, si svegliò in seguito ad un rumore e vide spuntare dalla porta semiaperta una canna di fucile. Con il suo corpo, 132 kg , tentò di fare barriera nel tentativo di far guadagnare tempo di fuga ai compagni, svegliati dalle sue grida di allarme.
Durante l’aggressione venne ferito ad una guancia Moshe Weinberg e uccisi due ostaggi, Yossef Romano e David Weinberg, che tentarono di ribellarsi.
L’unico atleta che riuscì a fuggire, Gad Tsobari, riuscì a raggiungere una troupe americana della ABC, che però, visto l’abbigliamento (era infatti in pigiama), credette ad uno scherzo. Alle 5 del mattino venne gettato da una finestra un foglio di carta, con scritte le richieste per il rilascio degli ostaggi (una di queste era la liberazione di 234 detenuti palestinesi dalle carceri israeliane), trovato da un poliziotto tedesco, che diede quindi l’allarme.
I Giochi non furono sospesi, anche se fu fatto rientrare immediatamente negli USA Mark Spitz, vincitore di 7 medaglie d’oro olimpiche, per paura che potesse essere uno degli obiettivi dei terroristi. Le trattative durarono tutta la giornata, senza conclusione.
Alle 17 il portavoce del commando chiese il trasferimento dei suoi uomini assieme agli ostaggi al Cairo e proseguire da lì le trattative. Si decise di accettare le condizioni del commando per tentare, durante lo spostamento con gli elicotteri degli ostaggi e degli stessi terroristi, un blitz di salvataggio.
Il piano tedesco prevedeva che i due elicotteri atterrassero a breve distanza dall’aereo messo a disposizione da Lufthansa e che al suo interno ci fossero poliziotti travestiti da personale di bordo. I terroristi si accorsero presto della trappola e diedero vita ad un conflitto a fuoco che si concluse con la morte di 5 di loro, di 11 atleti e 1 poliziotto tedesco. Erano le 1:30 del mattino seguente quando tutto finì. A causa del fuso orario, in Israele venne riportata la notizia che tutti gli ostaggi erano vivi.
Successivamente il comunicato di rettifica riportò le seguenti parole: ”Abbiamo appena ricevuto le ultime notizie. Quando ero bambino, mio padre mi diceva che raramente le nostre speranze più belle e le nostre paure più grandi si avverano. Questa notte le nostre paure più grandi sono divenute realtà. Ci hanno comunicato in questo momento che gli ostaggi erano undici. Due di loro sono stati uccisi nelle loro stanze ieri mattina, gli altri nove sono stati uccisi questa notte all’aeroporto. Sono tutti morti!”

Graziella Adwan

Scoperchiato l'archivio di Gotti Tedeschi, ex presidente dello IOR

Scoperchiato l'archivio di Gotti Tedeschi, ex presidente dello IOR


E' quella che si dice una "miniera" o, meno prosaicamente, un verminaio. Dall'archivio dell'ex presidente dello IOR, Gotti Tedeschi, emergono migliaia gli scambi di mail, lettere, segnalazioni, richieste, vere e proprie raccomandazioni fra i massimi rappresentanti di Santa Sede e Cei negli anni del Pontificato Ratizinger e i vertici del PdL durante i governi Berlusconi e Monti. I documenti sono contenuti nell'archivio segreto dell'ex presidente dello Ior, un archivio che è agli atti nelle inchieste di ben tre Procure: Napoli, Roma e Busto Arsizio, le quali - per motivi e strade diverse - indagano sulla Banca del Vaticano e il suo ex presidente, licenziato in tronco dal Cardinal Bertone. Pochi ricordano che lo stratagemma per acquisire l'archivio di Gotti Tedeschi - il quale temeva per la propria vita - fu quello di fargli perquisire la casa dai carabinieri consentendo così ai magistrati di poter accedere agli archivi.

Le  migliaia di documenti, oggi non più riservati, rivelano una vera e propria trattativa segreta fra ministri, parlamentari e big del partito di Berlusconi con gli alti e altissimi prelati del Vaticano nell'era Ratzinger. Tra i nomi di Oltretevere emergono quelli di Papa Benedetto XVI, mons. George Ganswein, Tarcisio Bertone, Angelo Bagnasco. Tra i nomi della politica emergono invece Angelino Alfano, Giulio Tremonti, Alfredo Mantovano. Ma tra gli oggetti della trattativa ci sono anche Mario Monti e Corrado Passera.

I temi che ricorrono negli scambi epistolari dell'affaire Vaticano-PdL figurano la nomina di Lorenza Lei alla direzione della RAI, la legge sul biotestamento a ridosso del caso Englaro, la "sistemazione" della rogna sull'applicazione dell'Ici ai beni immobili ecclesiastici, le linee di credito necessarie per affrontare l'affaire San Raffaele dopo il crac di don Verzè, la 'preparazione' dell'arrivo al governo di Corrado Passera nella squadra dei tecnici del cattolicissimo Mario Monti.
"Migliaia di mail e documenti sequestrati per ordine della magistratura napoletana e poi trasmessi ai colleghi di Roma e Busto Arsizio - sottolinea il "Corriere della Sera" - ricostruiscono i retroscena dello scontro che ha portato fino alle dimissioni di Papa Ratzinger e ora alla sostituzione del segretario di Stato Tarcisio Bertone. Confermando come lo stesso Gotti, che ha sempre avuto un filo diretto con monsignor Georg Ganswein, segretario dell'allora Pontefice, sia rimasto vittima della disputa che ha riguardato soprattutto la gestione economica della Chiesa. Ma disegnano anche la tela di rapporti che orienta le scelte dei partiti e in questo caso svelano come sia proprio Bertone l'alto prelato al quale il banchiere si rivolge quando ha bisogno di sostenere la designazione di alcuni dirigenti Rai come Lorenza Lei".



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5-8 settembre 1974: le occupazioni di S.Basilio. La polizia uccide Fabrizio Ceruso

Domenica 06 Settembre 2009 16:05 

san_basilio.jpgRoma, 5 settembre 1974. La lotta per il diritto alla casa era molto forte a Roma quando, il 5 settembre, nella borgata di San Basilio, all'estrema periferia est della capitale, la polizia interviene con un ingente schieramento, iniziando a sgomberare le quasi 150 famiglie che da circa un anno occupavano altrettanti appartamenti IACP in via Montecarotto e via Fabriano.
L'incontro fra la decisa opposizione popolare agli sfratti e la volontà dei militanti della sinistra rivoluzionaria di difendere una delle più estese occupazioni in atto nella città, portò a organizzare una dura resistenza, che sfociò in vere e proprie battaglie di strada.
Fin dalle prime ore del mattino di venerdì vengono erette barricate agli ingressi del quartiere con pneumatici, vecchi mobili e oggetti di tutti i tipi. La polizia, accolta da sassi, bottiglie incendiarie, bulloni lanciati con le fionde, spara centinaia di lacrimogeni, ma nel pomeriggio è costretta a sospendere gli sfratti.
Sabato, mentre gli occupanti hanno ripreso tutti gli appartamenti, e una loro delegazione si è recata in pretura e allo IACP, vengono di nuovo tentati gli sgomberi.
Questa volta a resistere ci sono centinaia di manifestanti affluiti da tutta la città, tra i quali numerosi membri di consigli di fabbrica.
La giornata trascorre in un susseguirsi di "tregue", accordate dalla polizia a Lotta Continua, che gestisce l'occupazione, per dare spazio a quella che si dimostrerà una trattativa-truffa, con l'unico scopo di prendere tempo e fiaccare il forte schieramento proletario. La delegazione rientra a San Basilio con un accordo di sospensione degli sfratti fino al lunedì mattina.
Nonostante ciò, domenica 8 i poliziotti irrompono di nuovo nelle case occupate intimidendo le famiglie e abbandonandosi ad atti di vandalismo. Riprendono gli scontri.
L'assemblea popolare nella piazza centrale della borgata, organizzata per le 18 dal Comitato di Lotta per la casa di San Basilio, viene caricata con lacrimogeni sparati ad altezza d'uomo. Nella battaglia che segue, mentre un plotone di polizia è costretto a ritirarsi, da un altro vengono sparati numerosi colpi di arma da fuoco.
Fabrizio Ceruso, 19 anni, militante del Comitato Proletario di Tivoli, organismo dell'Autonomia Operaia, è colpito in pieno petto da una pallottola.
Caricato su un taxi, giungerà senza vita in ospedale.
Alla notizia della morte del giovane comunista tutto il quartiere scende in piazza. La rabbia esplode in modo violento. I pali dei lampioni vengono divelti e le strade rimangono al buio.
Questa volta è la polizia ad essere presa di mira da colpi di arma da fuoco sparati in strada e dalle case. Otto poliziotti, tra i quali un capitano, rimangono feriti, alcuni in modo grave. Brevi scontri isolati si accendono fino a tarda notte. l giorno seguente avranno inizio le trattative per le assegnazioni di alloggi alle famiglie d San Basilio e agli occupanti di Casalbruciato e Bagni di Tivoli. 

Alfredo Simone
 


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